Mindfulness: una forma di meditazione, di origine buddhista, che spinge il soggetto a prendere maggiore consapevolezza del suo stato emotivo in modo non giudicante. “La regolare pratica della mindfulness potrebbe essere utile in condizioni di ansia, depressione e in alcuni casi aiutare a rielaborare eventi traumatici”, spiega al Corriere della Sera Giancarlo Cerveri, Direttore Unità Psichiatria, ASST Lodi.
Come racconta il Corriere della Sera, come ogni pratica di meditazione, riesce a dare uno stato di soggettivo benessere, ma non esiste ancora, a detta degli esperti, un modello empirico o fisiopatologico, che fa sì che i medici possano prescriverla come una cura per “guarire”. Può essere considerata più prevenzione che cura. Sono ancora in analisi i dati che potrebbero affermarla come strumento utile a mantenere uno stato di salute buono.
“Mi sentirei di proporla come possibile abitudine nella vita di un soggetto già in cura per un disturbo psichiatrico se percepita come tranquillizzante e fonte di benessere. Nei centri dove lavoro abbiamo proposto questa forma di intervento, su alcuni pazienti affetti da ansia e depressione, da affiancare ai trattamenti di routine basati sulle evidenze scientifiche. La risposta è stata molto positiva in termini di benessere soggettivo riportato”, conclude il dottor Cerveri.