L’Aiea, l’agenzia nucleare dell’Onu, ha certificato che l’Iran ha prodotto 3,6 grammi di uranio metallico all’interno del suo impianto di Isfahan, andando contro gli accordi “Jcpoa” (Joint common plan of action), l’intesa firmata nel 2015 con, tra gli altri, gli Stati Uniti, da cui lo stesso Trump è uscito nel 2018.
Come racconta Repubblica, il direttore generale della Aiea, Rafael Grossi, ha presentato martedì un documento ai membri dell’Agenzia, in cui si evince che l’uranio metallico (una versione raffinata dell’uranio) è stato prodotto il 6 febbraio in un laboratorio per esperimenti partendo da 13 grammi di “Uf4”, ovvero tetrafluoruro di uranio.
L’obiettivo dell’Iran è evidentemente quello di far sapere a tutto il mondo la notizia e soprattutto agli Stati Uniti per convincerli a rientrare nell’accordo. È stato il neo presidente Joe Biden, però, ad aver fatto presente che non è possibile tornare nel Jcpoa, perché ormai il paese ha sviluppato una capacità missilistica e un arsenale militare che costituisce una minaccia troppo grande.