Xi Jinping raccoglie in un database tutte le informazioni su Imam e vescovi cattolici, attraverso la Sara, l’Amministrazione statale per gli affari religiosi, preposta al controllo di tutti i culti.
Come racconta Il Giornale, il documento della Sara con cui si conferma la sovranità del Partito su ogni forma di religione è stato reso noto dall’agenzia Asia News. L’articolo tre stabilisce che per esercitare funzione religiose si deve: “amare la madrepatria, sostenere la leadership del Partito comunista cinese, sostenere il sistema socialista, rispettare la Costituzione, le leggi, i regolamenti e le regole, praticare i valori fondamentali del socialismo, aderire al principio di indipendenza e autogestione della religione e aderire alla politica religiosa della Cina, mantenendo l’unità nazionale, l’unità etnica, l’armonia religiosa e la stabilità sociale”.
Inoltre, bisogna “resistere alle attività religiose illegali e all’estremismo religioso e alle infiltrazioni di forze straniere che usano la religione”. Tutte queste imposizioni entrano in rotta di collisione con l’accordo con la Santa Sede rinnovato da Papa Francesco lo scorso ottobre.
Sia gli Imam ma anche i vescovi cattolici “approvati” dal Consiglio dei vescovi cinesi, devono registrarsi presso la Sara e seguire tutte le rigide regole, pena la messa fuori legge.