“Dirò a Draghi quanto deve essere coraggioso”, lo afferma il presidente dell’Ance, Gabriele Buia, commentando i dati dell’Osservatorio congiunturale.
“Penso che Draghi possa veramente centrare gli obiettivi di cambiamento sostanziale che ci devono far progredire, quei cambiamenti strutturali che l’Europa ci chiede. La prima cosa che gli chiederei è l’immediata apertura di cantieri che sono fermi da anni, dove ci sono le offerte presentate ma non aggiudicate”, continua Buia.
I dati Ance sulla congiuntura del settore delle costruzioni mostrano infatti che l’anno della pandemia si chiude con un crollo degli investimenti del 10% nel 2020, che annientano di fatto la leggera ripresa registrata nel 2019.
Per quanto riguarda le opere pubbliche, si è registrato un calo del 2,5% degli investimenti. I cantieri in corso sono in ritardo e i nuovi bloccati. Lo smart working nella pa ha rallentato ulteriormente l’operatività degli uffici pubblici e le imprese sono costrette a sostenere maggiori costi di produzione. La crescita nel 2021 sarà condizionata dalla riapertura dei cantieri, e quindi, dallo snellimento delle procedure burocratiche.
“L’attuale PNRR – evidenzia Ance – non modifica regole e procedure che da sempre ostacolano la realizzazione degli investimenti pubblici. Tra le criticità da segnalare, la frammentazione dei programmi di spesa (le risorse sono suddivise in 43 titoli), l’assenza di progetti e la mancanza di una strategia unitaria che valga sia per edilizia privata che pubblica”.
L’Associazione dei costruttori edili chiede quindi all’incaricato premier Draghi di “mettere in atto le semplificazioni delle procedure e di intervenire sulle progettazioni preventive: oggi ci sono appalti senza progetti al loro interno e questo è un grave problema”.