Dalle stelle alle stalle. È ciò che ha vissuto l’Alto Adige: in un primo momento, in un’Italia chiusa e in zona rossa, la provincia autonoma di Bolzano aveva deciso di riaprire bar e ristoranti per far tornare a vivere le persone e rilanciare l’economia. Ma ora si è dovuta arrendere e ha indetto un lockdown severo per ventuno giorni. La speranza è quella di poter contenere una nuova recrudescenza del contagio, a causa della variante inglese. Ci sono stati altri 5 morti nelle ultime 24 ore e dall’inizio della pandemia in Alto Adige hanno perso la vita per mano del Coronavirus 907 persone. Solo ieri si sono registrati 255 nuovi contagiati e oltre 15mila altoatesini sono in quarantena.
“Purtroppo c’è stato un lieve ma continuo aumento di contagi, legato anche alla variante inglese. I cittadini ci aiutino”, ha dichiarato il governatore Kompatscher per spiegare la scelta di una strada più rigida, come racconta Repubblica.
Dopo quelli che erano stati definiti “i miracoli dell’autonomia”, quando da Roma la regione veniva classificata nella fascia più a rischio, ma i negozi e i ristoranti restavano aperti, anche l’Alto Adige si è dovuto piegare al virus. Domenica per protestare contro la scelta della giunta, albergatori, ristoratori e cittadini si sono radunati davanti al palazzo della Provincia per protestare, senza mascherina o distanziamento. Non a caso la quota no vax altoatesina è piuttosto cospicua.