Il Guardian con il suo inserto domenicale ha lanciato l’allarme: l’export britannico verso l’Unione europea è calato del 68% a gennaio rispetto allo stesso mese dello scorso anno (secondo lo studio della Road Haulage Association).
Le cause principali risiederebbero nella Brexit e nella carenza di personale che possa aiutare gli imprenditori alle prese con la burocrazia, diventata tutto ad un tratto molto complessa. Il governo era già stato allertato di questa difficoltà: l’ad della Rha Richard Burnett aveva scritto al ministro Michael Gove per chiedere aiuto per gli imprenditori e per far aumentare gli spedizionieri doganali. Sempre l’Rha racconta che il 65,75% dei veicoli di ritorno dall’Unione Europea sono vuoti perché non hanno le merci a causa del blocco imposto dal governo o perché su alcuni prodotti le aziende vietano l’export verso l’Ue.
Le autorità non hanno accolto la richiesta e, soprattutto, hanno negato i dati pubblicati su Observer. Anzi, secondo loro “le interruzioni alla frontiera sono state finora minime e i movimenti di merci sono ora vicini ai livelli normali, nonostante la pandemia Covid-19”.
In Italia a rimetterci è la filiera agro-alimentare, come ha evidenziato Coldiretti che chiede delle regole e norme fitosanitarie omogenee. Si rischierebbe di perdere 3,2 miliardi di esportazioni agroalimentari made in Italy, l’unico settore cresciuto nel Regno Unito nel 2020, con un +2,3%.