Federalimentare fa sapere che l’export di food & wine nei primi dieci mesi del 2020 ha registrato +0,1%, un dato positivo se si tiene conto che le esportazioni complessive del paese sono calate del 12%. A tenere sono stati principalmente prodotti come pasta (+15,6%), riso (+12%), ortaggi trasformati (+9,6%). A calare invece le acque minerali (-8,5%) e i liquori (-8,4%).
Il settore più resiliente della filiera è stato quello lattiero caseario: i formaggi italiani sono stati acquistati almeno una volta da sette europei su dieci. Principali acquirenti: Francia, Regno Unito, Germania, Spagna e Svizzera, mercati che insieme valgono il 55% dell’export italiano del settore. È quanto emerso dall’indagine di Nomisma per conto di Afidop (Associazione Formaggi Italiani D.O.P), secondo cui il 66% delle 3mila persone intervistate riconosce ai formaggi made in Italy elevata qualità e garanzia in termini di sicurezza, garanzia e tracciabilità.
Come racconta il Sole 24 Ore, tra gli elementi che i consumatori hanno indicato come rilevanti nei loro acquisti, ci sono il brand, l’origine nazionale e la presenza di sconti. Importante anche il packaging.
