Nelle ultime due settimane l’Italia ha trasportato gas verso alcuni paesi vicini. Il 23-24 gennaio sono stati esportati 24 milioni di metri cubi di gas naturale alla Francia, e il 30 e 31 gennaio altri 16 milioni di metri cubi, di cui 12 sempre alla Francia e altri 4 alla Svizzera.
Per la prima volta da quando l’Italia ha sviluppato la tecnologia del gas naturale, lo ha esportato e non importato, come ha sempre fatto tramite gasdotti provenienti da Russia, Libia, Algeria e dal Mare del Nord, per assicurarsi sufficiente approvvigionamento.
Come racconta Repubblica, questa volta il metano, portato fino al confine attraverso la rete gestita da Snam, è stato poi trasportato da Transitgas, l’infrastruttura usata per portare il gas naturale del Mare del Nord fino in Germania, Svizzera e dall’Italia.
I motivi di tale svolta sono molteplici. Innanzitutto, gli investimenti degli ultimi anni per consentire il reverse flow, quindi la possibilità di spingere il gas anche in uscita; vi è stato poi l’aumento degli impianti di rigassificazione. Oltre a quello storico La Spezia, sono stati realizzati anche quello di Ravenna e di Livorno.
Ultimo fattore è il Tap, gasdotto operativo da fine anno che porta in Italia il gas estratto in Azerbaijan con una capacità pari a 10 miliardi di metri cubi. In questo modo l’offerta del nostro mercato si è molto ampliata e i prezzi sono diventati più competitivi.
