La Lombardia decide di mettere lo sprint sulla campagna vaccinale e lo fa affidandosi alla sapienza di Guido Bertolaso, nominato consulente della Regione per la vaccinazione. Ieri in conferenza stampa insieme all’assessore alla Salute Letizia Moratti e al governatore della Regione Attilio Fontana, è stato illustrato il piano lombardo. Anticipo della somministrazione del siero per gli over 80 e obiettivo finale immunizzare l’intera Regione entro fine giugno, questi i punti dell’ambizioso programma.
Come racconta il Corriere della Sera, nello specifico entro il 23 febbraio (e non più entro il 5 marzo) dovrà essere completata la vaccinazione degli ospiti delle Rsa e del personale sociosanitario, sarà poi il turno delle categorie sanitarie escluse (dai farmacisti ai dentisti alla sanità militare) pari a circa 107.424 unità e poi, con un mese di anticipo, toccherà a 700mila ultraottantenni e a 1 milione di cronici-fragili. Infine, tutti gli altri cittadini, pari a 6,6 milioni, potranno ricevere la loro dose, esclusi gli under 17 e cominciando con la fascia 60-79 anni.
Guido Bertolaso condurrà quindi “la più grande operazione di protezione civile mai tentata in Italia”, come lui stesso l’ha definita, procedendo in parallelo e non in sequenza, con una somministrazione h24 sette giorni su sette. Per condurre l’ambizioso progetto ha telefonato ai direttori generali della Presidenza del Consiglio per chiedere il supporto di alcuni colleghi, ma la risposta è stata negativa. “Guido, non ci mettere in difficoltà, tu sei in contrapposizione con il governo nazionale e quindi se ti diamo Tizio o Caio magari se la prendono con noi e ci cacciano”, questa la risposta ricevuta da Bertolaso, come lui stesso ieri ha raccontato in conferenza stampa.
L’ex capo della Protezione Civile ci ha tenuto quindi a ribadire che il Coronavirus non guarda in faccia e non fa distinzione di partiti o coalizioni. Il suo compito non sarà vaccinare Fontana o la Moratti, ma dare una mano alla Lombardia.
