Sarà il primo hub energetico verde offshore italiano e nel Mediterraneo quello che Saipem propone di realizzare insieme ai suoi partners nel mar Adriatico, al largo delle coste di Ravenna, integrando solare flottante, eolico e idrogeno per la produzione di oltre 500 MW di energia elettrica.
Il progetto contribuirà al percorso di transizione energetica avviato dall’Italia verso un più spinto utilizzo delle fonti rinnovabili rappresentando il primo impianto a “consumo suolo zero”. Contribuirà altresì al processo di decarbonizzazione nazionale utilizzando tecnologie innovative mai sperimentate altrove, come il fotovoltaico flottante.
Un progetto che testimonia l’impegno di Saipem, avviato da molti anni, nello scenario dell’evoluzione energetica. Saipem è una eccellenza tutta italiana che attualmente produce il 96% del proprio fatturato all’estero ma, come più volte ha ribadito l’amministratore delegato Stefano Cao, intende mettere a disposizione del sistema Italia tutte le sue competenze, le esperienze maturate nella realizzazione di impianti e infrastrutture e le sue tecnologie per contribuire alla ripresa del Paese.
La scelta di Ravenna
La scelta della città di Ravenna è connessa al suo background industriale nel settore navale e petrolifero, che negli ultimi anni ha subito una forte contrazione con quasi 10mila posti di lavoro persi, alla disponibilità di fondali con profondità compatibili con installazioni fisse, ed alla possibilità di ripristinare infrastrutture offshore dismesse o in dismissione. Inoltre, come ha evidenziato Francesco Balestrino, il manager Saipem che cura lo sviluppo commerciale di progetti rinnovabili, “la presenza pluriennale del settore oil&gas ha favorito lo sviluppo di una filiera locale di alto livello e di grande esperienza, tutta italiana e dedicata al nuovo mercato e che potrà esportare il proprio know-how anche fuori dell’Italia”.
Il plauso delle istituzioni e di Legambiente
Il progetto ha ricevuto il sostegno non solo delle istituzioni ma anche l’approvazione da parte delle associazioni ambientaliste. “Ci sono tutte le condizioni perché l’hub di Ravenna diventi un’operazione strategica per l’Emilia-Romagna e per il Paese intero. Saipem è senz’altro una partecipata pubblica di grande esperienza e che dà garanzia per l’ingegnerizzazione dell’investimento e per capacità di capitalizzazione, ma anche per la gestione successiva degli impianti”, ha affermato Vincenzo Colla, assessore allo Sviluppo economico e alla Green economy dell’Emilia-Romagna in una intervista. Mentre Andrea Corsini, Assessore al Turismo e alle Infrastrutture della Regione Emilia Romagna, ha parlato di un “impatto visivo meno impattante” rispetto a progetti simili proposti al largo delle coste romagnole.
Legambiente ha salutato favorevolmente il progetto parlando di “un segnale importante, in linea con gli obiettivi europei, nazionali e regionali di decarbonizzazione” ed ha evidenziato che questo segnale è ancora più importante poiché si inserisce nel cuore del distretto oil&gas del Paese ormai in crisi da anni.
Si tratta, dunque, di un progetto lungimirante che accompagnerebbe il rilancio del Paese in questa nuova fase che si sta aprendo dove le energie rinnovabili saranno protagoniste indiscusse per un nuovo modello economico e di approvvigionamento energetico.
Le caratteristiche dell’hub energetico
Per lo sviluppo dell’hub energetico Saipem ha siglato un Memorandum of Understanding con Qinte’x, società per lo sviluppo delle energie rinnovabili in Italia e presente con sue controllate anche in Europa e in USA.
Il progetto prevede l’installazione di circa 56 turbine su fondazioni fisse sul fondo del mare in due aree differenti, entrambe ben distanti dalla costa. Il primo parco, localizzato a oltre le 8 miglia dalla costa, combina insieme il solare flottante e 15 turbine eoliche disposte a semicerchio, con un impatto visivo quasi nullo, mentre il secondo, distante oltre le 12 miglia dalla costa, prevede l’installazione di un parco eolico di 41 turbine.
Il parco solare fotovoltaico galleggiante sarà realizzato con la tecnologia modulare concepita dalla Moss Maritime, azienda norvegese controllata da Saipem e parte della divisione XSIGHT di Saipem, specializzata nella progettazione di infrastrutture galleggianti ed attualmente impegnata, tra l’altro, nello sviluppo di navi per il trasposto del GNL.
L’energia prodotta sarà immessa nella rete e parte di questa energia verrà utilizzata per alimentare elettrolizzatori offshore, integrati a bordo delle piattaforme Oil&Gas presenti nelle aree limitrofe al progetto AGNES, e parte per alimentare 5 elettrolizzatori da 25MW installati nelle vicinanze del porto di Ravenna per la produzione di idrogeno verde cioè idrogeno generato dal processo di elettrolisi utilizzando esclusivamente energia rinnovabile e non ultimo per il trasporto di H2. L’idrogeno verde, infatti, rientra tra le priorità nazionali ed europee per la decarbonizzazione del sistema industriale e dei trasporti. L’iniezione di idrogeno nella rete gas nazionale di Snam (circa 10%, pari a 7 miliardi di metri cubi) consentirà di ridurre le emissioni di anidride carbonica di 2,5 milioni di tonnellate: vorrebbe dire eliminare le emissioni di Co2 di tutte le automobili circolanti ogni anno in Emilia-Romagna.
Per Francesco Racheli, capo della Divisione di ingegneria XSIGHT “Saipem sta adottando un modello di business che la vede sempre più protagonista nel settore delle rinnovabili. Attraverso la divisione XSIGHT, stiamo studiando analoghi progetti anche in Sicilia e in Sardegna sui quali però stiamo proponendo la nostra tecnologia basata su fondazioni galleggianti per le turbine eoliche. Questa tecnologia è anche alla base della nostra recente collaborazione con il CNR con l’obiettivo di realizzare un prototipo ed effettuare prove e valutazioni. Inoltre, siamo impegnati anche all’estero. Nel 2019 abbiamo siglato un accordo con Plambeck per lo sviluppo di parchi eolici con fondazioni galleggianti nel mar Rosso, di fronte alle coste dell’Arabia Saudita”.