Attualità e politica

Pregliasco a LaChirico: ‘Contro la Lombardia accanimento terapeutico. Immunità di gregge nel 2022’

“L’utilizzo della mascherina sarà dettato dalla campagna di vaccinazione, che non determinerà un azzeramento della malattia, ma una convivenza più civile con il virus”, lo dichiara a LaChirico Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano.

“I ritardi nella campagna e le difficoltà ad avere le dosi erano da mettere in conto e ce ne saranno ancora altri, ma spero e penso non ci saranno problemi dal punto di vista sanitario. Ogni paese deve fare la sua parte e riusciremo ad essere più sereni quado la maggior parte della popolazione sarà vaccinata. Per noi medici sarà più facile assistere quei pochi nuovi casi che si presenteranno”, afferma il virologo in una video intervista con Annalisa Chirico.

Ma allora quando arriverà la famosa immunità di gregge? “Purtroppo temo che slitterà al 2022. I dati di un importante calo di contagi li potremo avere quando almeno il 20, 30% della popolazione sarà vaccinata. In quel momento potremo notare, secondo gli studi di alcuni colleghi, una riduzione del 30% del tasso di occupazione degli ospedali e del 70% del tasso di mortalità. È importante, però, non ripetere gli errori del passato: saremo un po’ più liberi, ma non potremo abbassare la guardia”.

E la mascherina ci accompagnerà ancora per molto tempo. “Spero che tra le tante negatività, emerga come l’utilizzo della mascherina ci può aiutare, basti pensare al calo dei casi di influenza. Potrà diventare come un paio di occhiali da sole, qualcosa che ci portiamo sempre dietro, certo non in modo sistematico, ma sicuramente non guarderemo più in modo strano chi la indosserà, come facevamo con i turisti orientali fino a qualche mese fa”.

In una campagna di vaccinazione che ancora non decolla, è emersa la possibilità di vaccinare anche in farmacia, con la presenza di un medico per eventuali effetti collaterali: “Sono d’accordo che dobbiamo essere capillari. Permettere a quante più persone possibile di vaccinarsi, in un modo facile e veloce, senza dover aspettare lunghe file d’attesa o code chilometriche. Insieme ad Anpas, di cui sono presidente, siamo a disposizione dei cittadini e possiamo dare il nostro contributo”.

Viviamo la più grande crisi economica dal secondo dopoguerra e i ristoratori e negozianti che sono stati costretti a chiudere le loro attività sono stremati. A tal proposito, il professore spiega: “Concordo che sia un’esigenza riaprire. Di primaria importanza è stata la riapertura delle scuole, è una fase necessaria, ma bisogna ribadire che i protocolli sono fondamentali e devono essere rispettati. Purtroppo in un bar o a tavola al ristorante abbassiamo la guardia perché stiamo senza mascherina per ovvi motivi. Dobbiamo pazientare. Proprio per questo potremmo inserire un “patentino” per chi si vaccina. Servirebbe a facilitare la ripresa delle attività, ma non vorrebbe dire obbligare le persone a vaccinarsi, perché l’obbligatorietà è sempre una sconfitta”.

Da virologo milanese, non potevamo che chiedere al professor Pregliasco cosa pensa del caso Lombardia di cui tanto si è parlato in questi mesi. “Sono nel Cts Lombardia ma non ho seguito direttamente la trasmissione dei dati, ma devo dire che l’Rt non è un dato semplice da raccogliere e da trattare. La problematica è emersa in Lombardia ma sono certo che sia avvenuto anche nelle altre regioni. La Lombardia paga il prezzo di essere stata il centro dell’epidemia, per la quale non esiste un manuale. Nella regione ci sono alcuni centri di produzione che sono in contatto costante con la Cina e con Wuhan, basti pensare ai voli giornalieri Wuhan-Milano che trasportavano oltre 20mila persone. Grazie all’apparato sanitario della Lombardia, siamo riusciti a contenere molte situazioni, ma non a fare errori. Ci tengo a precisare che sono state scelte che in quel momento si riteneva fossero giuste. Poi certo la scienza va avanti e si scoprono nuove cose”.

Pregliasco è diventato ormai un volto televisivo, un punto di riferimento per moltissimi italiani. Gli chiediamo che effetto faccia: “Fa piacere, anche se allo stesso tempo sono un po’ stranito. Ora le persone mi riconoscono per strada. L’aspetto negativo, per cui mi dispiaccio, sono gli attacchi gratuiti sui social, ma fortunatamente me ne dimentico quando incontro i miei pazienti che provano grande stima e riconoscimento. All’inizio c’era la speranza che la ricerca potesse dare delle rassicurazioni tra un tg e l’altro, ma poi si è visto che serviva tempo, il virus ha fatto vedere come siamo fragili”.

Redazione

 

 

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