Di braccialetti elettronici lo stato ne ha a iosa, ma la maggior parte resta inutilizzata. Il contratto del ministero dell’Interno con l’azienda Fastweb prevede il pagamento di 7,7 milioni l’anno per attivare fino a 1.000/1.200 braccialetti al mese. Da fine 2018 ad oggi, quindi in 24 mesi, ne sono stati usati 10.155 di cui 4.215 attualmente attivi, contro i 24.000 a disposizione (1000 al mese).
Come racconta il Corriere della Sera, la domanda che sorge spontanea è se lo stato è comunque tenuto a pagare 1000 braccialetti al mese anche se nella maggior parte dei casi i magistrati scelgono la strada dei domiciliari o del carcere. Fastweb dichiara di essere tenuta alla riservatezza e anche il ministero non si esprime a riguardo. Dal contratto sembrerebbe che oltre a due quote fisse di 75mila euro per il piano di lavoro e di 400mila euro per le postazioni di polizia, l’azienda che monitora i braccialetti è pagata a consuntivo bimestrale sulla base delle effettive attivazioni.
Diverso è invece l’ordine del commissario Arcuri per 1.600 braccialetti aggiuntivi al contratto già in essere per tre anni e richiesti per fronteggiare i picchi di richiesta in seguito ai decreti legge varati per ridurre la possibilità di contagio. Ma su questo ancora non ci sono informazioni sugli importi.