“Nel 2020, mentre tutti gli altri settori chiudevano l’anno con un calo dell’export, l’agroalimentare ha fatto sognare una crescita dell’1,2% sul 2019. Crescita che, purtroppo, non ha avuto riscontro sul valore economico conseguito dalle imprese agricole. Ecco, la sfida raccolta da Consorzi Agrari d’Italia e Bonifiche Ferraresi va in questa direzione”, a parlare è Ettore Prandini, presidente di Coldiretti dal 2018.
Il nuovo progetto di Coldiretti è quello di rafforzare le filiere e dare valore ai loro prodotti: “Il limite delle rappresentanze economiche di questo Paese è di chiedere alla politica di fare delle cose, rimanendo alla finestra, senza mai giocare un ruolo da protagonisti. Come Coldiretti ci siamo immaginati di recuperare le filiere legate ai consorzi agrari, promuovendo un nuovo soggetto, Consorzi Agrari d’Italia, costituto lo scorso anno”, afferma Prandini nella sua intervista a Libero.
La nuova iniziativa, alla quale hanno aderito diversi consorzi storici, da quello di Treviso e Belluno a quello dell’Umbria, muove un valore economico superiore al miliardo di euro e può diventare non solo un fornitore di prodotti e servizi ma una vera e propria piattaforma. “Una piattaforma che grazie alle economie di scala consenta di offrire ai produttori mezzi tecnici a prezzi più convenienti e sia e pronta a ritirare i prodotti alle imprese agricole. Ma non com’è accaduto fino a oggi, pagandoli come prodotti agricoli fine a sé stessi, ma impegnarsi nella loro trasformazione per accrescerne il valore che può derivare dalla commercializzazione diretta di quegli stessi prodotti trasformati. Una piattaforma di supporto a prescindere da dimensioni e capacità della singola impresa agricola, grazie anche all’alleanza con i partner privati che hanno accettato la sfida con noi”.
Coldiretti non si muove da sola, infatti, ma insieme a Bonifiche Ferraresi, l’unica grande azienda agricola quotata in Borsa, con la quale è pronta ad affrontare nuove sfide, come quella digitale. “Lo sviluppo digitale delle filiere agroalimentari, con la capacità di trasmettere ai consumatori, con un Qr code o direttamente dalla blockchain, tutte le informazioni su ogni singolo prodotto. Dalla fase di semina al raccolto e alla trasformazione. Senza dimenticare la sfida dell’agricoltura di precisione per l’agricoltura green, lanciata dalla Ue, con l’impegno a ottimizzare l’uso dei fitofarmaci nei campi e i farmaci negli allevamenti”, continua il Presidente.
Ancora, l’occasione unica del Recovery Fund può servire per “sviluppare un sistema di ricerca e produzione di sementi tutto italiano per raggiungere l’autosufficienza e poter alimentare a prezzi sostenibili gli animali d’allevamento che potrebbero a loro volta crescere assicurandoci l’autosufficienza su tutte le filiere”. A tal proposito, un problema che si è registrato in questi mesi è quello dei seminativi per nutrire gli animali, come mais e soia che la Cina acquista a poco prezzo, ma le cui quotazioni sono alle stelle: “Oggi siamo costretti a importare ingenti quantità di soia e mais per l’alimentazione animale. Ma con le quotazioni alle stelle, se non ci organizziamo con il potenziamento produttivo e logistico, rischiamo di perdere competitività in un settore come la carne in cui l’Italia è deficitaria”.
“Vogliamo dare un reddito certo ai nostri imprenditori agricoli perché se non vi sono certezze sul valore economico che resta loro dopo un anno di sacrifici c’è il rischio di perdere intere filiere”, questo l’obiettivo sui cui è al lavoro Coldiretti.
Un’altra delle sfide che si è posta l’associazione per i prossimi dieci anni è quella della cisgenetica: “Non c’entra nulla con gli Ogm. È un processo che lavora sul trasferimento di geni fra specie vegetali strettamente imparentate che già si possono ibridare in natura. Rispetto al processo tradizionale di miglioramento della specie può fornire nuove varietà di vegetali più rapidamente. Con la cisgenetica possiamo tutelare la biodiversità, vera forza distintiva delle nostre produzioni, aumentando sia le rese per ettaro sia la resistenza dei vegetali a malattie e siccità”.
Coldiretti è la maggiore associazione di rappresentanza dell’agricoltura italiana, ma non è l’unica: “Il progetto legato a Consorzi Agrari d’Italia e Bonifiche Ferraresi non è chiuso ai soci della Coldiretti ma aperto a tutte le imprese agricole del Paese. Nessuna esclusa. Noi lavoriamo – conclude Ettore Prandini – per fare gli interessi dell’agricoltura italiana. Se qualche imprenditore agricolo che non sia associato a Coldiretti va in sofferenza economica non ne gioiamo di sicuro. Anzi: ne siamo preoccupati. Per noi gli agricoltori sono agricoltori, a prescindere dalle scelte associative che compiono”.