L’azienda statunitense Pfizer ha fatto sapere che ci saranno ulteriori ritardi nella consegna delle filale previste, in Italia, in Europa, ma anche in tutto il mondo.
Il commissario all’emergenza Domenico Arcuri ha dovuto ripensare ad un cronoprogramma, facendo slittare la vaccinazione degli over 80 di qualche settimana e a cascata anche quella del resto della popolazione. Ma non solo. Lo stesso Arcuri e il premier Conte minacciano azioni legali nei confronti dell’azienda che non ha rispettato quanto deciso in sede contrattuale.
Come prima azione, l’Italia presenterà una diffida, ovvero l’atto con il quale si contesta l’inadempimento contrattuale e si richiama la controparte al rispetto degli impegni entro un certo termine. Come racconta Repubblica, se il termine scadrà senza che Pfizer avrà recuperato i suoi impegni, allora l’Italia potrà chiedere in via giudiziaria l’adempimento o la risoluzione del contratto, oltre al risarcimento dei danni.
“Per sottrarsi alla responsabilità Pfizer deve dimostrare che l’inadempimento è dovuto a cause ad essa non imputabili, quali il caso fortuito, la forza maggiore o l’impossibilità sopravvenuta”, spiega a Repubblica l’avvocato amministrativista Dario De Blasi. Sui tempi di una causa civile, l’avvocato afferma: “Un giudizio arbitrale può svolgersi anche in pochi mesi. Per un giudizio ordinario di fronte al giudice italiano pare ragionevole ipotizzare almeno un paio d’anni”.
Ma aspetto ancora più importante e da non sottovalutare è che qualora l’Italia decidesse di intraprendere una causa civile, ci sarebbe il rischio, non remoto, che Pfizer decida di interrompere le consegne. “Le multinazionali sono molto potenti, per questo è più efficace un’azione del governo dell’Unione”, spiega Federico Tedeschini, amministrativista e professore emerito di Diritto pubblico alla Sapienza di Roma.
