“La ‘ndrangheta si traveste da imprenditore. E bussa alla politica. E la politica, per lo meno un pezzo importante di essa, risponde. Aprendo la porta”, sono le parole del procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri alla luce della maxi operazione Basso Profilo, che ha portato a circa 48 ordinanze, tra custodia e interdizioni. Coinvolto nelle indagini al momento anche Lorenzo Cesa, di Udc, uno dei “costruttori” di Conte.
Gratteri spiega a Repubblica che la mafia oggi sta assumendo connotazioni diverse: “Ci troviamo di fronte la ‘ndrangheta che spara di meno e corrompe di più. La storia di questo imprenditore, Gallo, è emblematica: ha contatti diretti con gli uomini del clan, forze dell’ordine, politica, e grazie all’intesa di queste tre forze riesce ad arrivare ovunque, dalla Calabria a Roma. E a fare, in questo momento, soldi su soldi”.
“In molti cercano di sfuggire a questi fatti che sono chiari, evidenti. Senza porsi la domanda principale: fino a quando sarà possibile aprire la porta a cui la ‘ndrangheta bussa? È l’interrogativo cruciale attorno al quale ruotano tutte le inchieste che abbiamo condotto in questi anni”, sostiene Gratteri.
La mafia si è approfittata dell’emergenza economica scaturita dalla pandemia e si è insidiata ancor di più nel territorio, offrendo “aiuti” ai gestori e negozianti in difficoltà: “Peggio rispetto a quello che immaginavo: imprenditori, commercianti, ristoratori svenderanno le loro attività per quattro soldi ai riciclatori mafiosi. Perché per loro non c’è crisi. L’obiettivo non è arricchirsi con quelle attività: ma usarle per poter pulire il denaro che arriva dagli altri traffici illeciti”.