“I virus evolvono da sempre e trovo un po’ di isteria nell’affrontare le nuove varianti”, lo dice il professore ordinario di Virologia del San Raffaele di Milano, Massimo Clementi.
In questi giorni impazzano le notizie di varianti della Sars-Cov2 molto più contagiose: da quella inglese, adesso anche quella brasiliana e forse anche quella francese. “È troppo presto per definirla una variante. Bisogna prima verificare che il virus in questo caso sia effettivamente mutato e poi appurare con quali conseguenze reali. Di varianti ce ne sono tante, ma di significative poche”, afferma a La Stampa.
Sulla variante inglese, al momento l’unica accertata, il professore risponde: “Il Regno Unito ha degli ottimi laboratori che se ne sono accorti subito. Purtroppo non allo stesso livello è la gestione di Boris Johnson e l’enfasi sulla variante inglese mi pare anche un alibi per scelte politiche sbagliate”.
Non c’è dubbio che bisogna procedere in velocità con la campagna di vaccinazione: “È fondamentale accelerare la vaccinazione per non lasciare spazio alle varianti. Bisogna tenere presente che maggiore è la pressione immunitaria, tra guariti e vaccinati, più aumentano le mutazioni”, spiega Clementi.
Altro fronte su cui bisogna agire quanto prima è la riapertura delle scuole, secondo Clementi: “Al di là della confusione sui colori, lo dico da daltonico, non penso sia stata gestita male se l’Italia ha risultati migliori perfino della Germania. Ora un lockdown duro avrebbe dei costi difficili da sostenere, per cui bisogna andare avanti per tutta la vaccinazione con questo sistema che tiene conto delle differenze regionali, nella speranza di riaprire il più possibile le scuole”.