“L’esecutivo ha voluto la prova di forza, ma in questo modo si è indebolito, perché sarà ora legato a una macchina che lo tiene in vita. Se la macchina viene spenta, l’ammalato muore”, lo afferma Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale.
“Il boia offre al condannato la scelta tra il veleno, l’impiccagione e la sedia elettrica. È l’esempio fatto nella “teoria dei giochi” per le situazioni “lose-lose” o “no-win”. L’astensione di Iv consente al governo di andare avanti con una maggioranza improvvisata e raccogliticcia”, afferma il Professore a Repubblica.
Sulla figura controvera di Conte, Cassese afferma: “Finora, ha mantenuto piuttosto la molteplicità degli indirizzi, nei tre governi presieduti: populista, antieuropeista e antiparlamentare; poi parlamentarista ed europeista. Attendiamo ora la terza incarnazione. Se si passa, però, dalle dichiarazioni alla lettura dei provvedimenti c’è continuità lungo tre linee: corporativa, spartitoria e di accollo dei costi alle future generazioni”.
Ormai è nota la querelle Governo-Regioni: “Come ha stabilito di recente la Corte costituzionale, prevenire la diffusione della pandemia era compito statale. Invece, a Palazzo Chigi hanno proceduto alla giornata, talora lasciando fare alle Regioni, talora rivendicando proprie competenze”. Così facendo, il governo ha alimentato le incertezze dei cittadini italiani: “Una grande incuria istituzionale che si riflette in sconcerto per i cittadini che non sanno chi decide e che cosa debbono fare”.
Sulla continuità del governo Conte, che si è aggiudicato al Senato una maggioranza di 156 voti (non assoluta), Cassese si dice contento se questa sarà accompagnata da un governatore efficace: “In favore della continuità vi erano la pandemia in corso, una borsa cospicua da utilizzare (209 miliardi), l’assenza di vincoli di bilancio, la prospettiva di concorrere alla elezione del prossimo presidente, la minaccia incombente su 400 parlamentari. Tutti questi sono punti di forza, ma servono alla sopravvivenza, non a rafforzare l’azione di governo (troppo accentrata e fondata sulla tecnica del rinvio)”.