La Germania sta attraversando un periodo davvero duro: la pandemia ha messo in ginocchio l’economia, la campagna di vaccinazione, nonostante le promesse iniziali, va a rilento e i ristori arrivano in ritardo.
È il caso per esempio della catena di grandi magazzini Kaufhof, costretta a chiudere 62 filiali. “La pandemia non ha aiutato, ma il fallimento è dovuto a cause precedenti, la realtà è che molte imprese si erano ingrandite senza le giuste basi di mercato, ed ecco che alla prima crisi le fragilità vengono fuori”, ha osservato l’analista economica Sabine Fritz a La Stampa.
Un altro caso è il brand di moda tedesco Adler che è stato costretto a licenziare 3500 dipendenti.
Ancora, le strutture alberghiere e di ospitalità hanno perso 40 miliardi di euro nel 2020 e i ristori tardano ad arrivare. “A me ancora non sono arrivati risarcimenti e poi chiedo allo Stato di darmi qualche prospettiva, perché quando anche mi arriveranno dei soldi, se le chiusure continuano e il turismo non riparte, io e la mia famiglia come vivremo?”, lo ha dichiarato la proprietaria di una locanda al telegiornale tedesco.
Altro tasto dolente è quello della vaccinazione, che suona come una beffa, considerando che il primo vaccino approvato in Europa è stato sviluppato da Pfizer proprio insieme ad un’azienda tedesca: “La Germania ha sviluppato il migliore vaccino, ma non riusciamo a vaccinarci rapidamente”, si legge sulla copertina di Focus. I media parlano di Impfdrama, il dramma del vaccino.
Le scuole sono chiuse nella maggior parte dei Länder e in molti casi la didattica a distanza consiste in poche ore al giorno di videoconferenze.
Il ministro dell’economia Peter Altmaier (Cdu) a ottobre scorso aveva detto di voler aumentare fino al 75% i ristori entro novembre, ma la riscossione di fondi europei si è rivelata molto più lunga del previsto, scatenando le dure reazioni di imprenditori e socialdemocratici.