Le imprese del turismo chiedono un patentino per chi si vaccina affinché la mobilità internazionale possa riprendere. “La proroga dello stato di emergenza equivale a decretare la fine del turismo italiano. Siamo consapevoli del protrarsi dell’emergenza sanitaria ma il comparto e i suoi imprenditori dopo oltre 10 mesi di inattività, con ristori del tutto insufficienti e zero incassi non hanno alcuna possibilità di sopravvivere senza una ripartenza, seppure limitata entro la tarda primavera”, afferma Marina Lalli, presidente di Federturismo-Confindustria.
La speranza è che la campagna di vaccinazione possa procedere speditamente e possa esser fornito a tutte le persone a cui viene inoculata la dose un documento che permetta di viaggiare. Fondamentali in tal senso saranno gli accordi con l’Unione Europea.
Come racconta il Sole 24 Ore, già il premier greco Kyriakos Mitsotakis ha scritto una lettera alla presidente della Commissione europea chiedendo l’intesa tra gli stati membri per istituire un certificato standard e far ripartire la mobilità. In Grecia il turismo vale un quinto del pil, dunque è prioritario per il premier finalizzare il documento prima dell’estate.
In Italia Uni, l’Ente italiano di normazione, e Federturismo hanno redato un protocollo per la ripartenza del settore, contenente linee guida per ogni destinazione turistica. Dai villaggi alle strutture termali, il vademecum fornisce indicazioni sulle misure da mettere in atto, dall’igienizzazione alla comunicazione con i clienti.
Sui fondi stanziati nel Piano italiano di ripresa e resilienza Marina Lalli dichiara: “Gli 8 miliardi di fondi per cultura e turismo ci fanno tirare un respiro di sollievo ma non sono ancora proporzionati alla grave crisi”.