Undici mesi dopo lo scoppio della pandemia in Italia la scuola ancora non è pronta a far tornare i suoi alunni sui banchi. Lo dimostra lo slittamento delle aperture in pressoché tutte le regioni. Il governo aveva scelto la data del 7 gennaio, ma ha deciso poi di posticiparla all’11 per permettere ai presidi delle scuole di organizzare i turni e le lezioni. La maggior parte dei governatori, invece, ha deciso di spostare ulteriormente il rientro in classe degli studenti del liceo.
Ma cosa è stato fatto in tutti questi mesi? Come racconta Repubblica, ‘l’insicurezza in classe ha una data ben precisa: il 4 aprile’. Sul verbale del Cts di quel giorno, si legge: “Nessuno dei modelli matematici prende in esame la riapertura delle scuole”. Cinque giorni dopo viene ribadito: “Suggeriamo il mantenimento della sospensione dell’attività di didattica frontale fino all’inizio del prossimo anno scolastico”.
Nonostante questi avvertimenti, il ministero dell’Istruzione Lucia Azzolina continua a dirsi ottimista nei salotti tv in merito alla riapertura delle scuole dopo le feste laiche. Il 14 aprile il suo sottosegretario Giuseppe De Cristofaro la mette in guardia sulla necessità di rinnovare contratti, aumentare le buste paga e reperire tre miliardi per la scuola. La provveditrice del Veneto, Carmela Palumbo, indica una strada: quella della didattica mista, con lezioni online e verifiche in classe scaglionate. Il Ministro però boccia tutto, ma non invia di fatto richieste e proposte effettive. Come afferma Agostino Miozzo, “il Cts si è occupato di scuola 49 volte in 40 sedute, ventisette volte solo per la ripartenza dell’anno scolastico, ma dal ministero non abbiamo ricevuto richieste per il ritorno in classe prima dell’estate”.
Altro punto debole: la carenza dei docenti. L’Azzolina si oppone all’assunzione diretta di 32mila precari e chiede di indire un concorso. Alla fine decide di usare le graduatorie provinciali, con cui si regola l’arruolamento, come file online. Ma i nomi nelle liste sono 753.750 ed è già il 22 luglio, decisamente tardi per organizzare il corpo docente.
Il 30 giugno il Ministro fa partire un bando per i banchi a rotelle nelle scuole, che arriveranno però solo a metà novembre, con le lezioni riprese dal 14 settembre. Nessun investimento però sui filtri alle finestre per favore il ricambio dell’aria o nessun piano per i mezzi di trasporto pubblico, che si confermano essere i principali focolai tra gli studenti. E oggi, a distanza di quasi un anno, la situazione delle scuole rimane critica e molto poco è stato fatto. I giorni senza lezioni in
presenza sono stati minimo 112, fino ai 176 di alcune regioni.