Nonostante le promesse del commissario Arcuri per la vaccinazione di 6 milioni di italiani entro marzo, mancano ancora gli infermieri. Hanno risposto al bando solo in 3.980 a fronte di 12mila posti vacanti. Restano ancora circa 5mila domande da analizzare, ma sicuramente non verranno riempiti tutti i posti.
“Nel corso dell’ultimo anno le aziende sanitarie hanno attinto a tutte le risorse disponibili per trasferirle immediatamente sul fronte dell’emergenza. In Italia oggi non ci sono più infermieri, abbiamo raschiato il fondo del barile”, lo afferma a La Stampa Andrea Bottega, il segretario nazionale di Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche.
Ricorda come la carenza degli infermieri sia un evento che si ripete ciclicamente: “Tutti sanno che la carenza di infermieri è ciclica: l’abbiamo affrontata nel Duemila importando 30mila operatori dall’estero. Era inevitabile che succedesse ancora. Il nostro Paese può contare su appena 557 infermieri ogni 100 mila abitanti, contro i 1.023 della Francia e i 1.084 della Germania”.
Ad aggravare la situazione è anche l’offerta che si prospetta agli infermieri italiani che avrebbero voluto rispondere alla chiamata di Arcuri. “Questa misera offerta di contratti da 9 mesi, per di più somministrati da agenzie interinali, è l’ennesima sberla a una categoria che ogni giorno si infetta nell’inferno degli ospedali. Si è perso tempo in campagne simboliche quando in Italia ci sono 253.000 infermieri, impegnati negli ospedali pubblici, che aspettano di ricevere la loro dose e che non hanno idea di quando tutto questo accadrà”, attacca Antonio De Palma, presidente del sindacato infermieri Nursing Up.
Oltretutto, gli infermieri dovrebbero lasciare un posto sicuro per un contratto precario e poco retribuito. L’alternativa per il governo sarebbe quella di assumere più medici che, invece, hanno aderito in massa al bando: molti sono specializzandi che hanno la possibilità di guadagnare uno stipendio alto e proseguire intanto la carriera.