“Non c’è niente di peggio di un censore che si dice difensore intransigente di principi irrinunciabili e che pure sembra transigere con grande disinvoltura”. Twitter, azienda privata, ha deciso di mettere a tacere Donald Trump per le sue affermazioni, ma lascia invece libero spazio ad altri leader altrettanto violenti e poco democratici.
Lo sostiene Pierluigi Battista nel suo editoriale sul Corriere della Sera: “La censura, peraltro, dovrebbe conservare almeno un minimo di coerenza. Perché dittatori, caudillos o leader a forte vocazione autoritaria come i leader cinesi e russi, il presidente Erdogan e Maduro in Venezuela debbano usufruire dello spazio pubblico dei social, con post che sono molto più violenti di quelli del pur violentissimo Trump”.
Anche Battista è fermamente convinto che non possa esser il Ceo di un’azienda privata a mettere a tacere qualcuno, non può essere nemmeno l’opinione pubblica. Deve essere la giustizia, in questo caso americana, a stabilirlo riconoscendo un reato.
E se comunque si decide la strada della censura, dovrebbe valere allora per tutti, anche per esempio per l’ayatollah iraniano Khamenei che scrive che “Israele è un cancro maligno in Medio Oriente che va rimosso e sradicato”.