Ci improvvisiamo spesso dietologi e nutrizionisti quando decidiamo di voler perdere qualche chilo. La chiave sta, però, non nella quantità di cibo, ma nella varietà e in un’alimentazione che sia la più sana possibile.
Un rimedio a cui si ricorre spesso è l’eliminazione dei carboidrati. Se si è abituati a mangiare spesso pane e pizza e questi vengono poi improvvisamente eliminati, il primo risultato è il dimagrimento. Ma è solo un beneficio illusorio, in quanto quei chili persi verranno presto ripresi. Secondo il professor Stefano Erzegovesi, direttore del Centro per i disturbi alimentari dell’Ospedale San Raffaele e professore all’Università Vita e Salute di Milano, “il risultato sul medio-termine è che quasi sempre i chili persi vengono recuperati con gli interessi, come dicono i miei pazienti. Il risultato sul lungo termine? Più rischio di tumori, di malattie cardiovascolari, metaboliche e neurodegenerative”, afferma al Corriere della Sera.
Una soluzione è quella di variare la tipologia di carboidrati e inserire, per esempio, una zuppa di legumi o il pane integrale. Si noterà che ci si sentirà più sazi e vigili, perché con la farina bianca gli zuccheri semplici si rendono disponibili nel sangue dopo un quarto d’ora e non in un’ora.
“Un’alimentazione sana deve essere molto ricca di verdura e variata. Il che fa bene all’ambiente perché consumando vegetali di diverso tipo si favorisce la biodiversità delle coltivazioni, a discapito di quelle intensive. Come è un bene, anzi una necessità, per l’ecosistema, ridurre il consumo di proteine animali”, sostiene il prof. Erzegovesi. Le proteine le prendiamo dai legumi, dai cereali, dalla frutta a guscio, da alcuni semi e dalle verdure. “Le linee guida nutrizionali non concordano sulla quantità di legumi da consumare: alcune dicono – continua il prof – almeno tre volte la settimana, altre, che prediligo, almeno una volta al giorno. I legumi possono dare sensazione di gonfiore all’inizio, ma introducendoli nella dieta in modo graduale il problema sparisce”.
Sarebbe importante educare i bambini sin da piccoli ad un ‘alfabeto sensoriale’ e a introdurre progressivamente tutti i nuovi sapori, anche quelli che altrimenti non mangerebbero mai come verdure o sapori amari.