La tanto attesa campagna di vaccinazione è arrivata in Italia, ma i risultati non sono quelli sperati e di questo passo il ritorno alla nostra ‘normalità’ si fa sempre più lontano. Mentre Israele e Germania, per citarne alcuni, procedono a passo spedito, in Italia è stata inoculata la dose solo allo 0,15% della popolazione. Un livello inferiore alla media mondiale e peggiore di Portogallo, Estonia, Croazia, Islanda e Bahrein, solo alcuni dei paesi che non sono noti per essere superpotenze scientifiche e industriali, come racconta Libero.
Di questo passo, con 12.000 iniezioni al giorno, tutti gli italiani sopra i 16 anni, pari a 51,3 milioni di individui, riceveranno le due dosi nel giro di 23 anni.
Esistono due ordini di problemi: manca il personale medico e manca il materiale necessario per somministrare le dosi. Sul primo fronte, il commissario Arcuri ha indetto un bando, in partenza oggi, per medici e infermieri, la cui selezione e contrattualizzazione avverrà tra il 25 e il 28 gennaio. A questa faranno seguito quattro giornate di formazione, dal 26 al 29 gennaio, il che vorrà dire che non vi sarà personale medico aggiuntivo prima di fine mese.
Altro problema: le regioni non sono state dotate di tutto il necessario per procedere con la vaccinazione. Mancano, ad esempio, le siringhe. Mentre Arcuri aveva promesso che fin dal primo giorno tutti avrebbero ricevuto le forniture necessarie, così non è stato. Per esempio in Liguria sono state consegnate le siringhe da 5 e 3 millimetri che servono per diluire il farmaco, ma non quelle da 1 millimetro che invece servono per somministrare la dose.
Lo stesso Arcuri ha previsto che le vaccinazioni siano effettuate da uno staff composto da un medico e da quattro infermieri, in punti di somministrazione attivi sette giorni su sette, ma per ora di questo piano non si vede neanche l’ombra.
