“La situazione non è più quella anche solo di tre anni fa, ci sono attori che non sono mai stati presenti nel Mediterraneo centrale, ci sono attori non-statali che dispongono di armi come piccoli eserciti, a terra e in mare, dobbiamo cambiare”, queste le parole del ministro della Difesa Lorenzo Guerini alla luce dei fatti di Mazara del Vallo.
Bisogna difendere gli italiani in modo diverso, un altro caso come quello di Bengasi non si può verificare. Il ministro ha chiesto chiarimenti e approfondimenti alla Marina Militare dopo che il cacciatorpediniere Luigi Durand de la Penne che si trovata a 100 miglia di distanza, nonostante gli annunci, non è mai arrivato, consegnando di fatto i pescatori nelle mani di Haftar.
Come racconta Repubblica, la Marina ha risposto che non è stato possibile intervenire a causa della distanza e per le reazioni avverse che avrebbero messo ancora più in difficoltà i diciotto pescatori salpati dalle coste siciliane.
A fine ottobre il ministro ha partecipato ad una riunione del Consiglio supremo di difesa con il premier Conte e il ministro Di Maio, in cui si sono buttate le basi per una nuova strategia da finalizzare con l’insediamento di Biden. Nel frattempo però sono continuati ad avvenire incidenti e per Guerini servono più navi italiane che possano tutelare gli interessi del Paese.