L’accordo tra Invitalia, ArcelorMittal e lo Stato punta sul rilancio dello stabilimento ex Ilva di Taranto. Per molto tempo la nuova gestione continuerà a puntare sul gas e sull’uso del forno elettrico e del pre-ridotto.
“Il 25% di produzione di acciaio primario verrà dai forni elettrici, il restante 75% dagli altiforni a ciclo integrale. A questo contribuirà l’altoforno 5, uno dei più grandi al mondo, che produrrà 4 milioni di tonnellate. Il suo rifacimento è previsto all’inizio del 2023 e rispetta il piano ambientale”, afferma l’ad di ArcelorMittal Lucia Morselli al Sole 24 Ore.
Si rimanda dunque l’impegno verso l’idrogeno. “Tutti sappiamo che l’idrogeno è il futuro e ci stiamo andando. Abbiamo accordi con grandi aziende italiane pubbliche che sono orientate in modo preciso su questo. L’idrogeno – continua la Morselli – sarà quindi la destinazione finale, ma non può essere del prossimo anno o dei prossimi quattro-cinque. È uno strumento complesso. Ne confermo la validità, ma ci vorrà ancora lavoro da fare”.
Anche Federmanager, l’associazione rappresentativa del management, condivide il focus sul gas. “Il gas è l’oggi mentre l’idrogeno è il futuribile”. Federmanager chiede inoltre competenze tecniche, guardando al modello del Ponte Morandi di Genova. “Per realizzare il piano del Governo, occorreranno 36 mesi e un gruppo strutturato con specializzazioni impiantistiche di stabilimento. I progetti non si realizzano da soli. Servono competenze tecniche”.