Entro il 20 dicembre verrà perfezionato l’accordo tra pubblico e privato di Invitalia, ArcelorMittal e lo Stato. Per quella data è previsto il primo aumento di capitale fino a 400 milioni per Invitalia e sarà quindi necessario pensare alla nuova ragione sociale per dare un chiaro segno di cambio di passo rispetto al passato, come racconta il Messaggero.
All’interno del nome dovrà comparire la parola “green” per sottolineare la capacità dello stabilimento di produrre acciaio di qualità con una filiera verde e, quindi, sostenibile. Ciò sarà possibile con il forno elettrico che comincerà a funzionare dal 2023 come pre-ridotto e che permetterà di bruciare gas al posto del carbone, da poter in futuro miscelare con l’idrogeno per dare vita ad un processo più sostenibile. Di qui la possibile partecipazione di aziende impegnate in questo settore come Eni o Snam.
Tra i possibili nomi, “Siderurgia green italiana” o “Acciaio green italiano”. Il cda sarà composto da 6 membri, tre per ogni azienda, con presidente e ad graditi da entrambe, nominati rispettivamente dallo Stato e dal socio industriale.