È boom di ritocchi di chirurgia estetica. Negli ultimi mesi la nuova realtà a cui ci siamo dovuti abituare ci ha portato a lavorare da remoto, nella propria casa, e ad utilizzare sempre più il pc e le video conference per parlare con i colleghi. “Un po’ com’era successo per il boom dei selfie – spiega il chirurgo milanese Valeriano Vinci a Repubblica – con le conference call siamo costretti a vedere molto spesso la nostra immagine nel rettangolo degli schermi. E le telecamere possono deformare il viso. Di qui la necessità, anche per reazione al periodo che viviamo, di rivolgersi a uno specialista”.
Un altro fattore che spinge sempre più le persone a ricorrere alla chirurgia estetica è la maggiore mobilità durante lo smart working. Non c’è bisogno di giustificare i propri spostamenti, si può passare il periodo di degenza a casa, ma al tempo stesso rimanere operativi.
“Nel mio caso registro un aumento significativo degli interventi poco invasivi, soprattutto al volto e alle palpebre. Le persone chiuse in casa si guardano di più e interiorizzano maggiormente i loro problemi. Per questo poi si rivolgono a noi”, racconta Franco Perego, docente presso la Scuola di Chirurgia Plastica dell’università di Padova.