“Quando sarà pronto, farò il vaccino” così il presidente della regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga ha aperto la video intervista insieme ad Annalisa Chirico in esclusiva su LaChirico.it. “Il vaccino lo farò, bisognerà rispettare le regole e dare precedenza alle fasce più a rischio, ma poi lo farò. Ho fatto fare ai miei figli tutte le vaccinazioni, anche quelle facoltative”. La Lega, di cui Fedriga è esponente, è spesso accusata di diffidenza nei confronti del vaccino: “La narrazione rispetto alle nostre posizioni sui vaccini è stata travisata, noi abbiamo solo detto che l’efficacia su una popolazione la si ha se si convincono le persone, se si parla con le famiglie, l’obbligatorietà è controproducente. Ci deve essere condivisione con i cittadini e non ordini dall’alto, altrimenti temo che la battaglia sarà perdente”.
Il Friuli Venezia Giulia può essere considerata una regione gialla “plus”, con misure ancora più stringenti di quelle decise dal premier Conte. “Abbiamo messo nuove regole, come l’obbligo che solo una persona per famiglia si rechi al supermercato o la consumazione al tavolo dalle ore 11 in poi negli esercizi commerciali, o ancora, il limite massimo di una persona nei negozi sotto i 20mq. Abbiamo messo in atto delle misure che non colpiscono il lato economico, ma che possano essere il più possibile garanzie di non assembramento”.
Sul fronte della scuola, in cui l’Italia ha raggiunto il primato per il numero di giorni in cui gli istituti scolastici sono stati chiusi, il presidente Fedriga afferma: “Io sono favorevole al ritorno della didattica in presenza ma questo dovrà essere fatto quando avremo la sicurezza di non avere nuovamente un balzo in avanti dei casi. Dobbiamo riaprire le scuole, ma in sicurezza. Se apriamo le scuole e dopo pochi giorni siamo costretti a richiuderle, faremo dei danni enormi ai ragazzi”.
Fedriga ritiene che la crisi economica e sanitaria si possa risolvere solo con la collaborazione e la condivisione. “Nel rapporto tra Roma e le regioni, ci sono stati dei passaggi positivi, ma spesso molte posizioni non sono state considerate. In un momento così difficile non possiamo permetterci di essere giocatori solitari o che un singolo faccia da capo – afferma a LaChirico.it – È una battaglia che si vince con la condivisione tra le istituzioni e con i cittadini. Ritengo che con l’ultimo dpcm il divieto degli spostamenti non fermerà l’aumento dei contagi, perché se si mettono in campo misure inique e non comprensibili, le persone non ti vengono dietro. Un cittadino di Roma può muoversi in un comune molto più ampio di quanto possa fare un cittadino della mia regione. Queste misure sono palesemente inique. Servono misure per evitare assembramenti, ma queste devono essere comprensibili, altrimenti, lo ribadisco, la battaglia si perde”.
In Italia gli impianti sciistici sono stati chiusi, ma non è lo stesso nelle vicine Slovenia o Austria. “Sono preoccupato, perché mancano regole comuni a livello europeo. Il rischio è che le famiglie vadano altrove in vacanza, provocando ulteriori colpi all’economia e magari causando un’impennata di contagi al rientro. Chiudere un’attività senza provare a dare delle regole, anche dure, è sbagliato. Noi abbiamo sempre cercato di dare regole, ma questa non è stata la volontà del governo. Ho incontrato ristoratori, gestori di palestre, di catering, nessuno mi ha detto “non siamo disponibili a fare sacrifici”, tutti hanno chiesto che i sacrifici servano per bloccare la pandemia”.
Il Friuli Venezia Giulia si è distinto per avere individuato nuove metodologie di cura. “Già dalla prima ondata, a Trieste lo pneumologo Confalonieri ha cominciato ad usare il cortisone, contrariamente a quanto indicava l’Oms che lo riteneva un rischio di abbassamento delle difese immunitarie. In realtà con l’attività del Professore si è visto che il cortisone è utilissimo per evitare il rischio di una risposta immunitaria troppo forte che è quella che compromette molto spesso la parte polmonare. Anche i medici che hanno avuto in cura Boris Johnson hanno chiesto il ‘protocollo Trieste’. Noi stiamo portando avanti anche la sperimentazione dei test salivari. Questi cambieranno completamente l’approccio, si libereranno tantissime risorse sanitarie che potranno dedicarsi al contact tracing, che è uno dei settori più in difficoltà”.
Il Friuli Venezia Giulia per la sua posizione è esposto ai flussi migratori dei Balcani, seppur questa tendenza passi in secondo piano rispetto agli sbarchi sul Mediterraneo. “Questo è il destino della regione del nord-est, un confine un po’ dimenticato. L’immigrazione irregolare continua incessante, e per di più con un paradosso. Sul Mediterraneo si sente la novella delle persone che non si possono abbandonare sul mare, ma da noi i migranti attraversano il confine illegalmente passando per un altro paese europeo, non vi sono pericoli del mare o di affogamento, non siamo un confine europeo via terra, ma lo diventiamo perché passano illegalmente immigrati irregolari. Mi sorprende che ci siano molte associazioni che continuano a cercare di denunciare e bloccare le riammissioni in Slovenia da parte di chi entra irregolarmente”.
Sull’Europa Fedriga ha le idee chiare: “Non penso che sia necessario uscire dall’Unione Europea, penso che bisogna cambiarne le fondamenta in molti casi. È necessario mettere in campo proposte costruttive. Purtroppo in questi anni abbiamo visto che chi governava è andato in Europa solo per ricevere indicazioni e riportarle in Italia, senza mai dare indicazioni di miglioramento e questo è stato fallimentare. Non è questo il modo di salvare l’Europa, io penso che la visione, anche critica, della Lega sia l’unico modo per salvarla. Passi in avanti sono stati fatti, ma non per merito dell’Italia. Il Recovery Fund è un passaggio positivo rispetto al passato, mostra un cambiamento rispetto alla vecchia Europa che aveva proposto il Mes e che basava tutto su una politica che non guardava investimento o crescita, ma solo le tabelline”.
Proprio una delle linee guida su cui l’Italia investirà i soldi del Recovery Fund sono il green e la sostenibilità. Questi sembrano essere temi prettamente della sinistra, gli chiediamo se è davvero così. “Io penso che la sinistra abbia fatto danni enormi all’ambiente, invece di tutelarlo, lo hanno abbandonato. Io lo ripeto dal primo giorno di mandato: quando non si va a togliere la ghiaia da un fiume e succede poi un evento calamitoso, si devasta l’ambiente. Quando il bosco non si cura, non si tagliano gli alberi, quel bosco, quando viene il maltempo, viene devastato”.