I fondi del Recovery Fund per i progetti turistici e dei ‘porti verdi’ sono a rischio. Conditio sine qua non è che l’Italia sia in regola con le raccomandazioni e le leggi Ue e al momento sembra non esserlo.
In Italia le autorità portuali sono esentate dall’imposta sul reddito delle società. Per la Commissione europea ciò costituisce una violazione della normativa sugli aiuti di Stato e il Governo dovrà eliminare le esenzioni dall’1 gennaio 2022, come racconta La Stampa.
Altro punto su cui l’Italia non è in regola sono le concessioni degli stabilimenti balneari. Queste vengono prorogate senza una regolare gara pubblica, concesse sempre agli stessi proprietari (al momento fino al 2033). Per l’Ue, le autorizzazioni dovrebbero essere date a seguito di una “procedura di selezione aperta, pubblica, basata su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi”. Questo tema era arrivato anche davanti alla Corte di Giustizia Ue nel 2016, portando alla condanna dell’Italia. Visto che negli ultimi 4 anni nulla è cambiato, giovedì scorso è stata aperta una nuova procedura d’infrazione.
Altro tema critico nel settore turistico, sono i rimborsi per le cancellazioni dovute alle restrizioni anti-Covid. Dopo il pressing di Bruxelles, anche l’Italia ha dato la possibilità ai cittadini di richiedere il rimborso in denaro dei biglietti persi, ma ciò è concesso solo per le prenotazioni cancellate dal 31 luglio in poi, penalizzando tutti coloro che avevano comprato tickets aerei prima. Il mese scorso la Commissione europea aveva inviato due lettere al nostro governo, chiedendo di intervenire.
Allo stato dell’arte, i fondi europei sono a rischio, l’Ue delibererà a maggioranza qualificata dopo aver verificato che tutte le leggi e normative europee saranno rispettate. E da noi ancora non è così.