“Dobbiamo costruire e definire un soggetto attuatore esecutore di tutti i progetti, selezionati dal governo e dal Parlamento. Questo patrimonio di interventi e progetti deve avere un soggetto esecutore che sia veloce, efficace e con norme ben chiare”, così il ministro per gli Affari Europei in merito alla governance per il Recovery Fund.
Un tema importante per il ministro è quello delle tempistiche: il piano ha un’impegnativa 2020-2023 e il limite di esecuzione finale entro il 2026. Già il veto di Ungheria e Polonia sta rallentando i tempi.
Amendola assicura che è in corso da settimane un dialogo continuo con Bruxelles. “A settembre abbiamo presentato le linee guida come ci è stato richiesto, le abbiamo fatte discutere al Parlamento. È in corso un dialogo informale con la task force della Commissione che da ottobre va avanti: ogni settimana ci scambiamo note, idee e progetti, perché questo ci è stato richiesto dalla Commissione e andremo avanti fino all’ora X che sarà l’anno prossimo, vedremo quando, ci sarà la presentazione ufficiale”, ha affermato il Ministro intervenendo all’Economy Talk organizzato dalla Rcs Academy Business School.
A chi proponeva il suo nome come capo della cabina di regia, risponde: “Io non sono un ministero di spesa. Non ci sarò nella cabina di regia. Noi abbiamo i rapporti con Bruxelles”.