Mancano pochi giorni al 9 dicembre quando la Commissione Europea presenterà il Digital Services Act e il Digital Markets Act con cui vuole imporre regole ai colossi del Big Tech per evitare abusi di posizione dominante.
Le autorità antitrust avevano già aperto delle istruttorie, prima il Dipartimento di Giustizia americano contro Amazon e poi l’antitrust italiana contro Google. L’Ue ha anche aperto due indagini contro Amazon accusato di usare in modo improprio i dati e di favorire i venditori che si affidano alla loro logistica.
Per fare fronte a questi ormai reiterati casi, l’Ue pensa di stilare un elenco delle azioni positive e negative che gli operatori del mercato digitale devono rispettare. Tra gli strumenti che introdurrà, il New Competition Tool che affiderebbe alla Commissione potere di intervento nei mercati in cui non vi è possibilità di libera concorrenza, senza aprire una procedura di infrazione. L’obiettivo è intervenire ogni volta che “nel mercato ci sono colli di bottiglia e imporre rimedi comportamentali, come il divieto a tempo di alzare i prezzi, o strutturali, come l’obbligo di cedere una parte di attività”, afferma al Sole24Ore Enzo Marasà, councel di Portolano Cavallo.
Ancora non del tutto chiaro a chi si rivolgeranno queste norme. È fondamentale capire cosa sia il digitale e cosa sia una piattaforma e riaggiornare, come ha richiesto la Commissione, la dicitura di ‘mercati rilevanti’ nella Comunicazione del 1997. Sicuramente tra i destinatari di queste norme, ci saranno le Gafam, quindi Google, Amazon, Facebook, Apple e Microsoft.