Calano gli screening e calano i consumi di farmaci. Le persone hanno paura di contagiarsi e non si recano in ospedale e le strutture sono al collasso e rimandano le visite dei pazienti non Covid.
I reparti di pneumologia hanno registrato un calo del 13,6% nel consumo di farmaci per asma e Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva), a dimostrazione della quota minore di nuove diagnosi. Le ricette mediche legate a visite e procedure ambulatoriali sono calate del 70%, in ribasso anche il numero di visite per malattie gravi come tumori, o anche le terapie, chirurgie precoci e richieste di ricovero.
La responsabile del Centro Studi Nebo afferma al Sole24Ore: “In questi mesi sono cambiate le tipologie dei ricoveri, ma anche la loro durata. Si è cercato di gestire altrove certe patologie e di tenere i pazienti per un tempo inferiore in modo da ridurre i rischi e riservare posti alla gestione della pandemia”.
Quello che è aumentato, invece, è la richiesta di prodotti per insonnia e ansia (+29% di domanda in farmacia rispetto ai primi nove mesi del 2019) e di antidepressivi (in aumento dell’1,5% anche negli ospedali).
