Effi Eitam, 68 anni, è un ex generale che ha combattuto nelle più grandi guerre di Israele, in politica rappresenta l’estrema destra e ritiene inevitabile l’espulsione dei palestinesi dalla Cisgiordnia. È pronto a togliere la cittadinanza agli arabi israeliani che sono il quinto della popolazione. Netanyahu ha deciso di proporre il suo nome alla guida del Yad Vashem, il museo dell’Olocausto, e la sua candidatura ha ricevuto non poche critiche, anche dall’Associazione dei sopravvissuti all’Olocausto.
La presidentessa Colette Avital, ex ministra laburista, dice di aver proposto al governo dei nomi alternativi, “sempre rappresentanti della destra”: “Persone che possano proiettare un’immagine di tolleranza e moderazione”. L’americana Anti-defamation League, che si batte contro l’antisemitismo nel mondo, ha ricordato un episodio degli anni Ottanta in cui i soldati di Eitam hanno picchiato a morte un prigioniero palestinese.
La destra invece sostiene che le critiche alla candidatura, che deve comunque ricevere la conferma del consiglio dei ministri, siano ‘ipocrite’. Il quotidiano Israele Hatyom, vicino a Netanyahu, afferma che “Effi è stato presentato come l’incarnazione del fascismo Hayom e la bugia ha ormai preso piede”.