Tre milioni di italiani rischiano la povertà. Questo è quanto emerge dalle analisi di diversi istituti sugli impatti della pandemia. Non c’è univocità sui numeri, ma parere diffuso è che sono tante le famiglie, almeno 1 milione e mezzo, che sono state toccate dalla crisi.
Tra le categorie maggiormente colpite, giovani precari rimasti senza contratto, donne con lavori saltuari, immigrati, working poor. Sono poi 6 milioni e mezzo i lavoratori che hanno preso la cassa integrazione, 4 milioni gli italiani che hanno percepito un bonus. Un duro colpo anche alle categorie di bar, ristoranti, hotel, partite iva o lavoratori del mondo della cultura e dello spettacolo. In Italia sono 300mila i ristoranti e bar che secondo il barometro del terzo trimestre registrano un calo del fatturato del 64%.
Censis-Confcooperative stima 2 milioni di famiglie che vivevano prima in uno stato molto precario e che ora sono nella povertà assoluta. L’analisi Unipol-Ambrosetti parla di un milione e mezzo di famiglie della piccola borghesia, pari al 10% del totale, cadute in povertà.
Secondo la Banca d’Italia, le famiglie che dichiarano di non riuscire ad arrivare a fine mese sono passate dal 46% al 58%. Sei nuclei familiari su dieci si trovano in condizioni peggiori rispetto a prima dell’emergenza sanitaria.
Anche le analisi della Caritas per il periodo maggio-settembre del 2019 e del 2020 mostrano un aumento dei nuovi poveri di 14 punti percentuale, dal 31% al 45%.