Riqualificazione – edilizia ed energetica – del patrimonio immobiliare pubblico con spinta delle partnership tra Stato e privati. Questo quanto dovrebbe essere portato avanti nei prossimi mesi secondo lo studio Un Green New Deal sul patrimonio immobiliare pubblico: nuove economie ed effetti ecosistemici.
Per Nomisma e Rekeep, autori dell’annalisi, con un investimento di 39,1
miliardi, si avrebbe un impatto complessivo di 141,8 miliardi di euro sull’economia e nuovi 870.000 posti di lavoro.
In Italia il 43,4% degli uffici comunali sono stati costruiti prima del 1945, il 58,90% delle scuole comunali italiane prima del 1976. Edifici fatiscenti e con alto consumo energetico. È necessaria una ristrutturazione di tutte queste strutture, in vista anche degli obiettivi dell’Italia nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). Entro il 2030 si dovrà registrare un utilizzo del 30% di fonti rinnovabili, riduzione del 33% delle emissioni di gas serra e miglioramento del 43% dell’efficienza energetica.
Il raggiungimento di questi obiettivi passa per gli interventi sugli edifici, che in Europa sono responsabili del 40% di consumo di energia e del 36% delle emissioni di CO2. Come poter intervenire? Con una collaborazione tra pubblico e privato, come mostra lo studio di Giuliano Aluffi su Repubblica. I player privati investono in nuovi progetti, ottenendo poi vantaggi dagli incentivi fiscali, mentre l’ente pubblico ottiene una struttura nuova e sostenibile.
L’investimento di 39,1 miliardi dovrebbe essere suddiviso tra l’efficientamento energetico (11,7 miliardi) e la messa in sicurezza delle strutture (27,4 miliardi). Su quest’ultimo fronte, bisogna realizzare un “progetto Paese”, investendo nell’edilizia ma anche negli impianti termici e meccanici, ottenendo così un indotto di 142 miliardi, pari a 3,6 volte l’investimento iniziale.
