Huawei ha ceduto Honor, il suo brand di smartphone a basso costo, lanciato nel 2013 e che diventa ora proprietà di un consorzio di 40 soci.
In questo modo Honor spera di sfuggire alle restrizioni degli Usa che hanno imposto al colosso di Shenzhen il divieto di rifornirsi di chip e componenti con copyright americano, così come di app quali Google o Facebook.
Tra i soci del consorzio, c’è la società Suning che ha un’ampissima rete di distribuzione in Cina. Nonostante il veto imposto da Trump, Huawei avrebbe acquistato per tempo uno stock di chip sufficiente per la produzione di smartphone fino ai primi mesi del 2021.
La speranza è ora quella di un alleggerimento delle misure con Joe Biden. Di qui la strategia di “liberarsi” momentaneamente di Honor per sfruttare i chip a disposizione per gli smartphone a marchio Huawei, più redditizi.