Niente più scuola, niente più patente, niente più sport. Uno studente toscano di diciotto anni si rivolge al Corriere della Sera con un duro sfogo per il periodo che si trova a vivere. Non può andare a scuola a causa della didattica a distanza, non può andare in palestra, i soldi spesi per l’abbonamento del tram non servono più.
“Potrei fare molte cose per non cadere in depressione: andare a fare la spesa per le persone fragili, chiamare i parenti dei ricoverati per informarli del loro stato di salute, ma nessuno ha pensato a sfruttare noi giovani, spesso asintomatici, per aiutare chi non deve correre rischi“, afferma lo studente.
Non ha un suo pc e deve usare quello della madre, il bonus connettività non lo può usare nonostante abbia l’Isee inferiore a 20.000 euro. È stufo, vuole vivere la sua vita ed è anche disposto ad aiutare gli altri.
“Voglio vivere la mia vita… fosse anche aiutare gli altri. È la mia vita e me la state portando via”.