Il Mise è al lavoro sul “National hydrogen strategy preliminary guidance”. Da molti mesi in Europa si parla di idrogeno e l’Italia non può tirarsi indietro. L’obiettivo è di raggiungere il 2% nel 2030 di penetrazione dell’idrogeno nel consumo energetico per arrivare al 20% nel 2050.
Per Buffagni l’idrogeno ha un ruolo chiave, dal punto di vista economico e di occupazione (l’obiettivo è quello di un impatto di 200mila addetti diretti) ma anche sul piano ambientale. La Commissione Europea vuole raggiungere la decarbonizzazione e aumentare dal 40% al 60% il taglio delle emissioni di gas serra nel 2030.
Sul colore dell’idrogeno, la precedenza viene dato a quello verde che proviene da fonti rinnovabili con idrolisi dell’acqua, e a quello blu che usa il metano e poi lo decarbonizza.
Il Mise vorrebbe dare una forte spinta all’idrogeno, superando gli ostacoli delle procedure burocratiche del mercato elettrico tradizionale. Si può inserire sui treni che dovrebbero abbandonare il diesel e sui camion, per i quali si stima che per il 2030 il 2% di essi possa essere alimentano con idrogeno.
Al 2030, quindi, il consumo di idrogeno è previsto in crescita da 500mila a 700mila tonnellate. L’obiettivo è quello di rendere nel lungo periodo l’Italia l’hub europeo dell’idrogeno.