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La crisi della cultura

Federculture ha presentato il sedicesimo rapporto annuale sullo stato dell’arte dell’impresa cultura in Italia. A causa dell’emergenza in cui viviamo dalla scorsa primavera, oltre il 70% dei player del settore prevede di chiudere l’anno con perdite del 40%, il 13% stima cali superiori al 60%.

Il settore era in difficoltà già da prima della pandemia. Gli italiani frequentano sempre meno cinema (-6,1%), teatro (-8,8%), concerti di musica classica e leggera (-4,9% e -4,7%). Un trend in positivo invece per i musei e per i monumenti che vedono rispettivamente un aumento del +21,5% e del +36,8% dal 2001 al 219.

Un altro fattore evidenziato è l’incidenza della spesa in cultura sulla spesa pubblica. L’Italia è tra i Paesi europei che stanziano l’importo minore, pari a circa l’1,6% della spesa pubblica. I governi dei nostri vicini dedicano il 2,5% delle risorse alla cultura.

C’è bisogno di mobilitare tutte le risorse possibili, prevedere agevolazioni fiscali e soprattutto promuovere la digitalizzazione e modernizzazione dei luoghi della cultura. Con il lockdown e il timore di uscire, si è già registrato un incremento dei servizi online, per esempio dei musei virtuali. È fondamentale per Federculture perseguire su questa strada, con l’aiuto del Governo.

Redazione

 

 

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