Il Dpcm del Governo ha di fatto sancito un nuovo lockdown “notturno”. Dalle ore 18 non è più possibile fare l’aperitivo, cenare in un ristorante o bere un caffè al bar. Non è consentito in nessuna fascia oraria andare al cinema o a teatro.
Le misure di Conte hanno ricevuto molte critiche da parte dei lavoratori più colpiti. Gestori, ristoratori, addetti al mondo dello spettacolo: attendono fondi e aiuti dallo Stato che tardano ad arrivare. Le nuove misure rischiano di dare la batosta definitiva a delle attività che già da mesi erano state messe in ginocchio.
Il Corriere della Sera fa un’interessante analisi su tutti i punti deboli del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Smart working e attività collaterali
Con la spinta allo smart working, le attività collaterali come bar e ristoranti subiscono una perdita importante che si aggiunge ai cali di fatturato già registrati dalla scorsa primavera. Secondo Confcommercio, solo a Milano le perdite di fatturato mensile saranno di quasi 153 milioni di euro.
Ristorazione
I gestori dei locali hanno affrontato spese importanti per poter riaprire nei mesi estivi in sicurezza. Ora sono costretti di nuovo a chiudere, possono effettuare il servizio dalle 5 di mattina alle ore 18, per un massimo di quattro commensali a tavola.
Dovranno quindi fare affidamento sull’asporto e consegne a domicilio, ammesso che riescano a rimanere aperti. Oltre 50mila aziende rischiano di chiudere con 300mila posti a rischio.
Palestre e piscine
I luoghi in cui ci si può sfogare dai problemi quotidiani e dall’ansia della pandemia. Dopo termoscanner acquistati, igienizzazione continua degli ambienti con impiego di risorse e di personale, ora i centri sportivi sono costretti nuovamente a chiudere. I sindacati sottolineano come i lavoratori del settore saranno costretti a chiedere ammortizzatori sociali, di cui non si conosce l’importo né soprattutto quando arriveranno.
Cinema e teatri
Duro colpo al mondo dello spettacolo. Nonostante su 350mila spettatori tra giugno e ottobre si sia registrato un solo caso (circoscritto per altro) di positività, i luoghi della cultura vengono ora chiusi al pubblico.
La scuola
Secondo le nuove normative, la scuola dovrebbe gestire un “doppio regime” con il 75% della didattica a distanza e la restante quota in presenza. Sono tante le scuole che invece hanno imposto la dad alla totalità degli studenti perché non hanno gli strumenti idonei per gestire la situazione. Un incremento della didattica a distanza rischia di favorire l’abbandono degli studi e aumentare le disuguaglianze.
Eventi e fiere
Stop a tutto il mondo degli eventi e delle fiere. Perdite per 36 miliardi e a rischio 570mila posti di lavoro. Un settore che stava piano piano ricominciando, attivando tutte le misure e i protocolli di sicurezza, ma che ora è completamente bloccato.
Trasporti pubblici
Il nodo più controverso è la mobilità pubblica. Tutte le restrizioni elencate dovrebbero servire per alleggerire l’afflusso sui mezzi pubblici, ma comunque la capacità massima rimane ferma all’80%. Gli esperti, a partire dal Cts, hanno evidenziato la necessità di ridurre la capienza dei mezzi, ma sugli autobus ancora possono viaggiare troppe persone ammassate senza controlli e sull’Alta Velocità, che persegue maggior rigore nell’igienizzazione e nelle verifiche, la capienza è abbassata al 50%.