Elfriede Jelinek, oltre ad essere il premio Nobel per la Letteratura del 2004, è una femminista convinta, ma soprattutto rassegnata. Nelle sue opere descrive ciò che vede e, quindi, un uomo che governa una donna sottomessa.
Nel suo romanzo “Le Amanti” ora in libreria nuovamente dopo 45 anni, narra la storia di due donne, una sarta e un’operaia in fabbrica, che sono giovani, ma consapevoli che la loro vita si concluderà con il matrimonio, da grandi diventeranno mamme e donne di casa.
La donna è, per la scrittrice, destinata a poter contare solo sulla giovinezza e sulla bellezza, l’uomo è più forte economicamente e prevale sull’altro sesso. Anche nei casi in cui l’uomo è debole, ha accanto un essere umano ancora più debole, la moglie.
Oggi a distanza di anni, seppure ci siano donne più emancipate e in carriera, la stessa gerarchia si ripete.
Da femminista convinta, sostiene il movimento #MeToo, nonostante alcuni eccessi. La battaglia femminista ha fatto passi in avanti, non si può più “usare” il corpo femminile a proprio piacimento, ora gli uomini, soprattutto di potere e ricchi, sanno che possono incorrere in sanzioni e “hanno qualcosa da temere”.