La Cina riparte, mentre l’Europa teme una seconda recessione. Il Governo di Pechino ha fatto sapere che il pil ha segnato un rialzo dello 0,7% nel periodo gennaio-settembre dopo il calo del 6,8% tra gennaio e marzo. Tra luglio e settembre c’è stato un balzo in avanti dell’economia del 4,9%.
Il Paese che ha nascosto per mesi al mondo intero il virus, ora sembra ripartire. L’Europa è invece ancora bloccata negli impasse dei governi europei con l’Europarlamento. «È cruciale che questo piano straordinario sia un successo. Se si perderà nei dedali amministrativi e non irrigherà l’economia reale, avremo perso un’occasione storica», ha affermato Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea.
La Bce ha stimato una ripresa della zona euro del 3% nel quarto trimestre dell’anno a fronte di una caduta del pil dell’8% nel 2020. Se la situazione peggiorerà, potrebbero esserci ulteriori drastici cambi di scenario. Proprio per questo Lagarde ha accennato alla possibilità di un Recovery Fund permanente. Ancora è presto però per ipotizzare un secondo piano di aiuti, in quanto il primo ancora deve superare molti step, dall’approvazione dei governi e dell’Eurocamera alla ratifica ai parlamenti nazionali.