In Italia è sempre più corsa al tampone, divampa nuovamente il panico tra i cittadini preoccupati e i medici esausti.
I tamponi sono sempre troppo pochi, secondo il microbiologo Andrea Crisanti, per un’azione efficace di tracciamento del contagio, servirebbero 300mila tamponi al giorno. Il sistema è sovraccarico, ci sono file interminabili ai drive in. Si aspettano ore in macchina per fare il tampone e ricevere i risultati con troppi giorni di ritardo e non 48 ore come previsto.
Mancano i tamponi rapidi. Il commissario per l’emergenza Arcuri ha dichiarato di averne ordinati 5 milioni, ma questi non arriveranno prima di una settimana e ci vorranno ancora più giorni per distribuirli tra le varie Regioni.
Gli ospedali hanno bisogno di medici. Ci sono 20.000 persone in meno nel personale sanitario, tra medici, infermieri e operatori. I medici assunti durante l’emergenza di aprile avevano contratti a tempo determinato, le Regioni, che dovrebbero occuparsi dei concorsi e delle assunzioni, non hanno sfruttato le risorse messe a disposizione. Il risultato è che ci sono i posti in ospedale e nei reparti di terapia intensiva, ma manca il personale.
Le Usca – Unità speciali di continuità assistenziale – dovevano essere diffuse in modo capillare sul territorio. Sono, invece, solo 600, su una previsione iniziale di 1200, le unità che offrono cure e assistenza a domicilio nei casi dei pazienti non gravi che non richiedono il ricovero in ospedale.
L’app Immuni è stato un fallimento. Pochi download, 10.000 notifiche inviate e solo 567 positivi segnalati e 13 positivi scovati con il tracciamento digitale. L’app è poi solo disponibile per le versioni IOS e Android più aggiornate, escludendo così un’ampia fetta di persone.
Vaccini influenzali: le dosi ordinate dalle Regioni (17 milioni e mezzo) sono arrivate in ritardo e sono destinate alle categorie fragili, over 60 e bambini sotto i sei anni. Per tutti gli altri è caccia nelle farmacie, che però ne riceveranno solo una decina ciascuna.