È passata sottotraccia la morte di Abou, 15 anni, originario della Costa D’Avorio, scomparso pochi giorni fa.
Salvato dalla Open Arms nel Canale di Sicilia il 18 settembre, era stato trasferito nella nave quarantena Allegra.
Era denutrito, non parlava e il suo corpo esile aveva troppi segni di torture. Nessuno se n’è accorto per dieci giorni, fino a quando un medico ha ordinato di trasportarlo d’urgenza in ospedale. Il giorno dopo è entrato in coma. Ma non ce l’ha fatta.
La sociologa Alessandra Puccio, nominata tutrice del ragazzo dal Tribunale dei minori, ha dichiarato a Repubblica “di voler andare a fondo in questa vicenda, perché quello che è successo non si verifichi più”.
Un solo medico a disposizione di 600 migranti sulla nave quarantena, questa la dura denuncia di Alessandra.
I tutori sono gli unici punti di riferimento dei minori che arrivano in Italia e il grande rimpianto di Alessandra è di non aver fatto in tempo a parlare con il suo Abou.