Dopo l’ennesimo caso dei cellulari attaccati ad un drone e fatti arrivare nell’area dell’ora d’aria del carcere di Secondigliano, emergono ogni giorno nuovi tentativi di introduzione illecita di cellulari dentro gli istituti di pena.
Si tratta di un reato punibile con pena da 1 a 4 anni come previsto dall’ultimo decreto del governo, su proposta del ministro della giustizia Bonafede. Eppure la polizia penitenziaria ha sequestrato nel 2020 più di 1700 apparecchi: cellulari prodotti in Cina, costano circa 30 euro, hanno le dimensioni di una carta di credito e pesano 20 grammi.
Per arginare l’introduzione di cellulari nelle carceri, che avviene ogni giorno sfruttando gli avvocati come tramite, con droni o, ancora, dentro le forme di formaggio, sono stati acquistati 200 rilevatori di dispositivi elettronici e 65 rilevatori di telefoni cellulari.
Il sottosegretario Andrea Giorgis spera di poter contenere così questo fenomeno, sempre più diffuso e in crescita.