Margherita Panziera, campionessa europea di nuoto, è intervenuta nel corso della seconda giornata dell’evento “Rinascita Italia. The young hope”, promossa dall’associazione Fino a prova contraria.
«Ho avuto un percorso un po’ diverso dalle mie compagne e dai miei compagni: fino alla quinta superiore vedevo il nuovo come un hobby, un doposcuola. A 13 anni volevo fare pallavolo! Invece i miei genitori mi hanno convinta ed è stata la scelta migliore della mia vita.
Noi lavoriamo a pieno regime, facciamo 25 ore a settimane di allenamenti, per me è un vero lavoro. L’ambiente dell’Aquaniene mi ha dato la forza di continuare con la mia passione, lavorando con tanti professionisti sono riuscita a vincere il titolo europeo a Glaslow dopo 4 anni di doppi allenamenti: è stato il coronamento di un sogno portare la bandiera italiana sul gradino più alto del podio.
Salire sul podio e sentire l’inno… Lì ho capito di aver vinto. Gareggio come Margherita in uno sport individuale, ma gareggio per l’Italia. Alle staffette riusciamo sempre a dare qualcosa in più per portare la bandiera italiana sempre più in alto in classifica.
La mia giornata tipo? Vivo nelle foresterie dell’Aquaniene: apro le finestre e ho la piscina davanti. Sveglia alle 7 e mezza, colazione, alle 8 in piano vasca. Mezz’ora di esercizi di riscaldamento, poi 6 km e mezzo di vasca, 3 volte alle settimana palestra. Per 4 volte alla settimana faccio 13 km al giorno. Mangio, dormo e non esco: sono cotta anche il sabato sera! Quando ho tempo studio pure (ride, ndr)».
Lo sport ai tempi del Covid
«La paura c’è. Soprattutto perché in piscina è un po’ più difficile riuscire a proteggersi: siamo in acqua e lavoriamo insieme, ma si va in piano vasca con la mascherina e via. Non dobbiamo perdere la testa: ci siamo subito messi a lavoro. Durante il Covid abbiamo perso tanto allenamento, per noi nuotatori anche solo una settimana fuori dall’acqua richiede poi del tempo per recuperare. Non ho fatto vacanze: da settembre abbiamo ricominciato a pieno regime. Ed è positivo che gli impianti riescano a stare al passo con le nuove normative, permettendoci di allenarci in totale sicurezza. Da parte della mia federazione c’è stato molto impegno verso atleti di interesse nazionale».