Lo spettro del biennio 2022-2023 – con il carovita, rispettivamente all’8,1 e al 5,7 per cento – è ancora lontano, ma l’inflazione è tornata a far sentire il suo peso. (Il Messaggero)
A febbraio l’Istat ha certificato un livello dell’1,7 per cento contro l’1,5 di gennaio, tornando ai livelli di ottobre 2023. Comunque dietro l’inflazione core europea. Dietro questa risalita dei prezzi ci sono le spinte dell’energia (soltanto la componente regolamentata delle bollette è passata da +27,5 a 31,5 per cento), così come quelle del carrello della spesa. Secondo le associazioni dei consumatori, con questi trend, si va verso aumenti medi per le famiglie di 550euro annui.
Sul fronte degli alimentari, i prezzi dei non lavorati passa da +2,2 a +2,9 per cento, i lavorati da +1,7% a +2,2 per cento. Tanto che il carrello della spesa corre ancora di più: beni alimentari, cura della casa persona segnano rincari del 2,2 per cento su base annua. Rallentano, invece, i prezzi di alcuni servizi, come trasporti (da +2,5 a +1,9) e quelli ricreativi e culturali (da +3,3 a +3).
Per il futuro il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, è apparso ottimista, Prima ha ricordato «che l’inflazione che abbiamo pagato pesantemente negli ultimi 2-3 anni è dipesa dalla fiammata dei prezzi energetici, a sua volta dipesa dalla guerra in Ucraina», quindi si è detto «fiducioso» per le prospettive di pace. Battuta d’arresto per l’export. Sul fronte extra Ue27, a gennaio l’interscambio registra una riduzione dell’1 per cento su base mensile per le esportazioni e un aumento del 3,6 per le importazioni. Su base annua, l’export cresce invece del 2,7 per cento, mentre l’import registra un forte incremento (+17,9). Risultato? L’avanzo commerciale passa dai 3 miliardi del gennaio scorso 2024 ai 252 milioni segnato nel mese scorso.